9 febbraio 2011. Si parla di Parks sul sito de L’Unità.
“Da qualche tempo mi sto impegnando in un’associazione di imprese che operi per favorire le politiche di inclusione per i dipendenti GLBT (gay, lesbiche, bisessuali trans). È nata così “Parks – Liberi e Uguali”, in omaggio a Rosa Louise Parks, la donna afro-americana che il 1° dicembre del 1955, a Montgomery, in Alabama, si rifiutò di cedere il proprio posto ad un passeggero bianco, come le era stato ordinato dall’autista dell’autobus sul quale stava viaggiando.
Rosa Parks venne arrestata. Ma dal suo gesto nacque il movimento americano per i diritti civili, alla cui guida si mise il suo concittadino Martin Luther King. La storia è profondamente cambiata, grazie a quel piccolo gesto di affermazione della dignità fatto in un momento di quotidianità, una corsa in autobus. Anche andare al lavoro appartiene alla quotidianità.
Per questo abbiamo voluto chiamare l’associazione con il cognome di quella piccola donna così risoluta e così risolutiva per il corso dell’umanità. Parks è stata costituita nell’aprile del 2010 e ha tra i soci filiali di multinazionali come Citi, Johnson&Johnson, Ikea, colossi che dimostrano con coraggio e coerenza il proprio investimento sul capitale umano, affermando il valore strategico che le persone e il talento hanno per il business. …
….Il progetto Parks mi sta molto a cuore. Lo seguo come si segue un figlio amatissimo che si sa più a rischio di altri. Un progetto difficile da fare crescere, in un Paese come il nostro. Di mio ci metto la passione e la competenza acquisita in anni di lavoro in giro per l’Europa.
Credo davvero che la capacità di mettere a disposizione delle persone tutti gli strumenti necessari a sfruttare al massimo il proprio potenziale sia la chiave di volta per trasformare un’azienda qualsiasi in un’azienda moderna. Altrimenti non può esistere una grande impresa né un’impresa grande. Il primo passo è fare in modo che nessuno pensi mai: «Questo posto non è per me».
Parks si propone di aiutare le aziende a costruire una cultura di inclusione e di rispetto. Offre formazione e training, comunicazione interna ed esterna, consulenza sulle politiche retributive e di benefit che rispecchino le necessità dei lavoratori Glbt. Un progetto molto avanzato per l’Italia, che può contribuire a migliorare in modo decisivo la cultura del nostro mondo imprenditoriale. Nello stesso tempo, uno strumento per promuovere la coscienza civile. I diritti devono essere uguali per tutti, anche nei luoghi di lavoro. Al di là delle ideologie e dei pregiudizi, un Paese, quando cresce, cresce tutto insieme.”
*Tratto dal libro “In nessun Paese” di Ivan Scalfarotto, Piemme, 2010