Intervista a Donatella Siringo

Intervista a Donatella Siringo, Presidente nazionale di Agedo, associazione di genitori, parenti, amiche e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*. La Presidente ci ha parlato della mission dell’associazione e ci ha fornito alcuni consigli per familiari e amici di chi fa coming out come persona LGBTQI+.

DSecondo il report Ipsos Global Advisor, pubblicato nel marzo 2024, in Italia il 9% di cittadine e cittadini si dichiara appartenente alla comunità LGBTQI+. Accanto a questo 9% c’è tutta una rete di familiari, parenti, amiche e amici che, assieme alle persone LGBTQI+ a loro care, cerca di combattere gli stigmi ancora presenti nella società. Alcune di queste persone si sono unite per fondare l’associazione Agedo. Cos’è e qual è la mission dell’associazione?

R – Agedo nasce nel 1993 come “Associazione di genitori di persone omosessuali“, un nome che già riflette il suo impegno originario. Oggi, il sottotitolo dell’associazione – “Associazione di genitori, parenti, amiche e amici di persone LGBT+” – racconta l’evoluzione del suo operato e i profondi cambiamenti della società. In particolare, Agedo oggi è fortemente impegnata nel supporto alle famiglie e alle giovani persone transgender, nella promozione del loro benessere e nella tutela dei loro diritti.
Trent’anni fa, affrontare apertamente il tema dell’omosessualità e creare un’associazione di genitori dedicata a questa causa rappresentava un atto rivoluzionario, una vera e propria rottura di un tabù. Agedo è nata proprio con questo obiettivo: rompere il silenzio e offrire supporto alle famiglie nel delicato momento del coming out dei figli e delle figlie.
L’associazione fu fondata da Paola Dall’Orto, madre di un ragazzo gay, che mosse i primi passi partendo dal proprio bisogno di informazione e confronto. Coinvolse così altre famiglie, dando vita a una rete di sostegno con l’obiettivo di accompagnare i genitori in un percorso di consapevolezza e aiutarli a superare stereotipi, pregiudizi e false credenze.
Oggi Agedo continua a supportare le famiglie attraverso il confronto tra pari, a diffondere conoscenze scientifiche sull’orientamento sessuo-affettivo e sull’identità di genere e a favorire una cultura dell’accoglienza e del rispetto. Attraverso attività di sensibilizzazione nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni e nella società civile, la nostra associazione si impegna attivamente per la diffusione di una cultura capace di valorizzare le differenze e sostiene le battaglie per i diritti della comunità LGBTQI+, nella convinzione che tutto questo possa contribuire a costruire una società autenticamente giusta.

DCi potrebbe parlare di alcuni dei progetti di Agedo – passati e presenti – che reputa più importanti?

R – Da anni, Agedo sviluppa progetti in collaborazione con associazioni italiane ed estere partecipando a bandi della Comunità Europea per promuovere una corretta informazione sulle tematiche LGBTQI+ e contrastare il bullismo di matrice omolesbobitransfobica. Questi progetti si rivolgono a insegnanti, educatori e allenatori sportivi, con l’obiettivo di creare ambienti accoglienti per le giovani persone LGBTQI+ e rendere la scuola e i luoghi del tempo libero spazi realmente inclusivi per tutte e tutti. Agedo è inoltre attivamente impegnata nella diffusione della Carriera Alias in tutti gli istituti scolastici. Questo strumento è un accordo di riservatezza tra la scuola, la giovane persona trans e – se minorenne – la sua famiglia. Grazie a una semplice procedura, il nome scelto dalla persona in transizione sostituisce quello anagrafico nel registro elettronico, evitando situazioni di disagio e riducendo il rischio di episodi di bullismo e/o di abbandono scolastico. Agedo ha contribuito alla definizione del primo protocollo per l’attivazione della Carriera Alias insieme a Genderlens (associazione di genitori di bambinә gender creative, giovani persone trans e loro alleatә) e continua a monitorarne l’applicazione, raccogliendo dati aggiornati sul proprio sito.

DUna domanda personale: lei come ha conosciuto Agedo e come è entrata in questa associazione?

R – Ho conosciuto Agedo come tanti altri genitori: sono la madre di un giovane uomo gay e, più di vent’anni fa, quando mio figlio fece coming out, mi sono trovata a chiedere aiuto. Mi consideravo una persona di mentalità aperta, informata sul tema, eppure, quando la cosa mi ha toccata così da vicino, mi sono sentita piena di domande, di inquietudine, perfino di paura.

Mio figlio sarebbe stato felice? Avrebbe incontrato difficoltà? Sarebbe stato accettato? Bullizzato? E io? Come potevo fargli sentire il mio amore incondizionato senza che percepisse dubbi o incertezze da parte mia?

L’incontro con altri genitori – mamme e anche papà – è stato un momento forte, intenso. Confrontare le nostre esperienze, condividere paure, dubbi e speranze ci ha fatto scoprire quanto potesse essere prezioso il supporto reciproco. Ci siamo messi in gioco, abbiamo messo in comune tutto, perfino i nostri figli, con le loro diversità e somiglianze. E pian piano, proprio grazie a quel percorso di crescita condivisa, abbiamo capito che il loro orientamento non li definiva completamente: tornavano a essere semplicemente i nostri figli. Non più “omosessuali”, non più “diversi”, ma solo e sempre loro.

Ancora oggi ringrazio mio figlio e Agedo per l’occasione avuta di guardarmi dentro e per aver cambiato profondamente il mio sguardo sul mondo e sulle persone, tutte.

DCosa direbbe a un genitore (o parente) di una persona che ha appena fatto coming out?

R – La prima cosa che le/gli direi è: “Ascoltala/o, è sempre lei/lui!” Essere genitori ci offre l’occasione non solo di proteggere ed educare/guidare le nostre figlie/i ma anche di comprendere e apprendere da loro. E solo l’ascolto, privo di giudizio, può realizzare questo risultato. “Non sei sola/o” e “Parlane, fa bene!” perché non è semplice ascoltare senza giudicare e affrontare temi imprevisti da soli. Credo che questo sia il valore della nostra associazione: fornire la possibilità del confronto alla pari con altri familiari che stanno affrontando situazioni simili e che si trovano in momenti diversi del percorso. Il mutuo aiuto è uno spazio di rispecchiamento, di apprendimento e di conquista di libertà per tutte/i.

Infine direi, “Leggi, informati” perché i nostri pregiudizi, spesso sono basati su “credenze” non scientifiche più che su informazioni corrette. Avere informazioni corrette, libere da contenuti ideologici ci avvicina alla realtà, alle persone e alle loro storie di vita.

DSenza l’aiuto di persone alleate, il percorso di accettazione (di sé e nella società) delle persone LGBTQI+ è senz’altro più difficile. Siete attivi in 18 regioni italiane: come può supportarvi chi, pur non essendo LGBTQI+, crede nel valore della vostra causa?

R – Oggi Agedo è presente in tutte le regioni d’Italia, ad eccezione del Molise e della Valle d’Aosta. Con 38 sedi attive sul territorio nazionale, il nostro impegno cresce costantemente, così come le iniziative che portiamo avanti. Tuttavia, più cresciamo, più abbiamo bisogno di sostegno: l’aiuto di chi condivide i nostri valori è fondamentale per continuare a fare la differenza.

Ci sono tanti modi per supportarci:

  1. Partecipando attivamente – Contattando la sede Agedo più vicina, è possibile contribuire alla realizzazione dei nostri eventi e delle nostre attività.
  2. Facendo diffusione sui social – Seguendoci su Facebook e Instagram (@agedo.nazionale) e condividendo i nostri contenuti si dà voce alla nostra missione.
  3. Coinvolgimento nei dibattiti – Invitando le/gli attivisti Agedo a incontri pubblici, convegni, dibattiti, in particolare nelle scuole e nei luoghi di lavoro, ci aiutate a sviluppare una maggiore sensibilità a questi temi e a promuovere i diritti delle persone LGBTQI+.
  4. Con il sostegno economico – È possibile supportarci destinando il 5×1000 o attraverso una donazione liberale, contribuendo così concretamente alle nostre attività.

Per informazioni su Agedo scriveteci a info@agedonazionale.org

Grazie a chi sceglie di essere al nostro fianco!