Se la «diversity» diventa una strategia
La vita d’impresa tra rispetto delle differenze e valorizzazione dei talenti
di Irene Consigliere
Diversity management non solo legato alle pari opportunità di genere, ma anche all’accettazione di gay, lesbiche e transessuali nell’ambiente di lavoro. Ed è una grande multinazionale, la svedese Ikea in collaborazione con Parks – associazione di imprese che aiuta le aziende a implementare politiche di inclusione per tutti i dipendenti, con un focus particolare verso le persone GLBT (tra i soci Telecom Italia, Jhonson&Jhonson, Roche, Citi, Lilly) – ad affrontare l’argomento, realizzando un’indagine in Italia nei punti vendita di Bologna, Catania e Roma. 500 i questionari compilati su 1079 distribuiti. Un tema che qualche mese fa ha fatto discutere in seguito a una pubblicità relativa all’apertura del negozio Ikea di Catania, di cui erano protagonisti due uomini ripresi di spalle e mano nella mano, dal titolo «Siamo aperti a tutte le famiglie». Dal sondaggio emerge che l’88% è sicuro che in Ikea tutti hanno le stesse opportunità di carriera, indipendentemente dalla loro identità di genere o dal loro orientamento sessuale. Da qui si deduce dunque che l’inclusione dei collaboratori GLBT in Ikea sembra un fatto acquisito e pare che non ci siano comportamenti discriminanti da parte dell’azienda.
«Si tratta di un’iniziativa di un’azienda che si mette in gioco per garantire un ambiente migliore a tutti, invece di una difesa dei propri diritti da parte della categoria, come di solito avviene. E’ il nostro apporto per fare in modo che altre realtà, in particolare quelle che ancora non hanno aderito a Parks, si concentrino sul tema della Diversity, per evitare forme di discriminazione sociale ormai fuori dal tempo», spiega Valerio di Bussolo, responsabile relazioni esterne di Ikea. Emerge infine che per l’82% la diversità deve divenire una priorità strategica per l’azienda, per la creazione di un ambiente rispettoso di tutte le differenze. «Il momento di crisi economica può diventare l’occasione per lavorare sulla valorizzazione dei talenti e lo sviluppo personale», aggiunge Ivan Scalfarotto, fondatore e direttore esecutivo di Parks.
Anche in Adecco, tra le principali agenzie interinali, la percentuale di tolleranza è alta. «Secondo una ricerca che viene commissionata annualmente a un ente esterno, tra il 73% dei rispondenti, il 90% crede che il trattamento sul luogo di lavoro debba essere imparziale in base a età, sesso, provenienza, genere e orientamento sessuale», riferisce Ilaria D’Aquila, human resources director per l’Italia.
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